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In questa presentazione dell’Associazione Culturale Sikelia, riportiamo alcuni passi di una delle opere di Santi Correnti - (“Breve Storia della Sicilia, dalle origini ai nostri giorni.”ed. Tascabili Economici Newton, Milano, 1987-), autore che, sebbene siciliano, parla di questa terra col distacco emotivo che lo storico-documentarista deve avere. Ed in un certo senso, è a quanto scritto da Santi Correnti che ci siamo ispirati nel fondare la nostra Associazione, ecco perchè lo citiamo in queste pagine. |
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Quando si parla della Sicilia, la maggior parte delle persone (anche di apprezzabile cultura), difficilmente rifugge dalla tentazione di identificarla in blocco con la mafia. |
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Lo storico inglese, Denis Mack Smith, ha tentato di dimostrare, senza riuscirvi, “che tutta la storia di Sicilia, fin dalle sue più remote origini, si spiega unicamente con la mafia”; mentre, com'è noto, la mafia è operante in Sicilia solo dal periodo spagnolo, che è lo stesso periodo in cui la mafia esisteva anche nelle altre regioni italiane dominate dalla Spagna, come la Calabria, la Campania e la Lombardia (i Promessi Sposi insegnano) |
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Senza per nulla minimizzare il fenomeno delinquenziale della mafia, sarà bene puntualizzare che la storia di Sicilia non può essere costituita soltanto dalla storia dei suoi malfattori, perchè invece, ad un esame imparziale e documentato delle sue vicende, risulteranno chiari ed evidenti i numerosi ed efficaci contributi che la Sicilia ha dato, nel corso dei secoli,al comune progresso. |
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Un notissimo scrittore francese contemporaneo, Roger Peyrefitte, nel suo libro “Du Vesuvie à l' Etna” , ha scritto, nel 1952, che « nessuna isola erge sull'orizzonte della nostra civiltà una fronte più radiosa della Sicilia. Essa punta verso tre continenti e ne sintetizza le caratteristiche. Tre volte, nel corso dei secoli, fu il più fulgido centro del mondo mediterraneo ». |
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In effetti, la Sicilia, nei tre periodi della sua storia in cui ha espresso la cultura mediterranea nella forma greca, in quella araba e in quella normanno-sveva, è stata veramente all 'avanguardia del progresso, perchè nel periodo greco produsse geni come Archimede, i cui contributi scientifici nel campo della fisica, della matematica e del calcolo infinitesimale sono ben noti, e sono tuttora validi; ed uno dei creatori del pensiero umano è il filosofo siciliano Gorgia da Lentini, che sbalordì perfino gli Ateniesi con la sua dialettica. |
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La Sicilia greca ebbe le più belle monete del mondo antico, i decadrammi di Siracusa, coniati dagli artisti siracusani Eveneto e Cimone; e delle tre metropoli del mondo mediterraneo nel periodo classico, una si trovava in Grecia, ed era Atene; ma due si trovavano in Sicilia, ed erano Agrigento, (che il poeta greco Pindaro definiva nel V secolo a.C. «la più bella città dei mortali») e Siracusa, (la patria di Epicarmo, di Teocrito e di Archimede). |
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Nella Sicilia greca vissero poeti come Stesicoro da Imera, che gli antichi considerarono « l 'Omero della poesia lirica »; storici come Diodoro d' Agira, che per primo scrisse una storia universale; Epicarmo da Siracusa, che fu il primo a scrivere commedie; Archestrato da Gela, che scrisse il primo trattato gastronomico nel IV secolo a.C.; Teocrito da Siracusa, che Virgilio apertamente considerava suo maestro; e politici come Agàtocle da Siracusa, che per primo tentò l'unificazione delle regioni meridionali d 'Italia: ma la pagina più bella della storia della Sicilia antica e, purtroppo, una delle meno conosciute è quella del trattato di pace del 480 a.C., in cui i Siciliani vincitori imposero agli sconfitti Cartaginesi, dopo la battaglia di Imera, la rinunzia ai sacrifici umani nei loro riti religiosi. Tale era il rispetto che i Siciliani (a torto ritenuti degli inguaribili sanguinari da Denis Mack Smith, che ha parlato di siciliani antropofaghi sino al secolo scorso) avevano per la vita umana, già nel v secolo avanti Cristo. |
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Nel periodo arabo, i Siciliani, stupirono l'Europa, inondandola dei meravigliosi tessuti prodotti dagli opifici di Palermo, e facendo conoscere ai dotti l'uso della carta al posto delle pergamene; rivoluzionarono il gusto, insegnando agli stessi Arabi l'uso delle paste alimentari, prodotte a Trabìa presso Palermo, come sappiamo per testimonianza del geografo arabo Idrisi; introdussero nuove colture agricole di agrumi e di riso con la canalizzazione delle acque; fecero della Sicilia il centro mediterraneo più frequentato per commerci e per scambi: e fu il siciliano Giawar da Palermo a fondare, il 9 luglio 969, la città egiziana de “Il Cairo” |
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La Sicilia normanna e sveva ebbe studiosi come Enrico Aristippo da Catania, che precorse l 'umanesimo traducendo in latino Aristotele, Platone e Diogene Laerzio; ed a Palermo, alla corte di Federico il di Svevia, nacque la letteratura italiana, per precisa testimonianza di Dante (in De vulgari eloquentia, I, 12) e di Petrarca (nel Trionfo d' amore, IV, 35; e nel prologo . delle Epistolae familiares ). |
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Approfondire ulteriormente la documentazione storica, che possa partitamente illustrare i contributi apportati dai Siciliani al comune progresso, non è possibile farlo qui di seguito... ma qualche altra notizia ancora servirà, forse, a rendere merito ad un popolo, quello siciliano, che ha dato forse più di ogni altro un contributo alla storia ed al progresso ed alla Umanità |
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Non solo nei tre periodi accennati dal francese Peyrefitte, ma anche in altre numerose occasioni, il popolo siciliano ha dato luminosi esempi di amore per la libertà: si pensi al Vespro siciliano del 1282, di rispetto per la democrazia: si pensi alla Costituzione siciliana del 1848, (che poneva il Parlamento al di sopra del Re), di autentico culto per l 'umanità si pensi alla proposta di abolizione della pena di morte, avanzata dal palermitano Argisto Giuffredi nel 1580, cioè due secoli prima di Beccaria; agli scritti anticipatori del femminismo, dovuti nel 1735 alle siciliane Genoveffa Bisso e Isabella Bellini, e al palermitano Vincenzo Di Blasi, che nel 1737 pubblicò, in ben 374 pagine, una poderosa Apologia filosofico-storica in cui si mostra il sesso delle donne superiore a quello degli uomini, integralmente ripubblicata a Catania nel 1989; al fatto che nel 1824 fu un siciliano, Pietro Pisani da Palermo, a capire per primo in Europa che i pazzi non erano degli indemoniati, ma soltanto dei malati di mente, e come tali li curò nella «Real Casa dei Matti» da lui creata a Palermo, adoperando anche la musica nella sua terapia .......e si capirà pertanto perchè nel 1787 il geniale studioso tedesco Wolfgang Goethe, dopo aver visitato a lungo la Sicilia, abbia scritto che «L'Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito, soltanto qui è la chiave di tutto». |
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Pur respingendo una simile pretesa, non si può però accettare che il popolo siciliano, che ha dato musicisti come Vincenzo Bellini, la cui melodia Wagner definì come «la più pura che sia mai sgorgata da cuore umano»; scrittori come Giovanni Verga e come Giuseppe Tomasi di Làmpedusa; drammaturghi come Luigi Pirandello, Premio Nobel 1934; poeti come Salvatore Quasimodo, Premio Nobel 1959; scienziati come Ettore Majorana per la fisica, Filippo Eredìa per la meteorologia, e Stanislao Cannizzaro per la chimica; industriali come i Florio; politici come Francesco Crispi, Vittorio Emanuele Orlando, Antonino di San Giuliano e Luigi Sturzo; economisti come Angelo Majorana; educatori come Giuseppe Lombardo Radice, filosofi come Giovanni Gentile e folkloristi come Giuseppe Pitrè, possa essere considerato in blocco come mafioso e sanguinario. |
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E non è neppure accettabile che ai siciliani colti e civili (e ce ne sono tanti) venga rivolto lo sciocco complimento anche se espresso in perfetta buona fede di « Ma lei non sembra siciliano! », che dimostra solo che si conosce ben poco, per non dire nulla, della realtà storica e culturale della Sicilia: onde si corrobora il significato altissimo dell'esortazione di Albert Einstein con cui abbiamo iniziato queste note introduttive, affinche ci si decida una buona volta a «cambiare il nostro modo di pensare» nei riguardi di questa grande e tormentata isola mediterranea, mediante la conoscenza sintetica ma documentata che si vuole dare a chi di questa terra è innamorato, ed anche a chi non la conosce abbastanza ..... per potersene innamorare. |
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